Perché non funziona il fermo pesca biologico è una misura adottata per proteggere la biodiversità marina e consentire alle specie ittiche di riprodursi senza subire l’impatto della pesca intensiva. Sebbene l’intento di tutelare le risorse del mare sia condivisibile, purtroppo, questa misura si scontra con alcune problematiche legate alla sua attuazione.
Il Problema del Periodo Errato: Un’Incoerenza con la Natura
Il principale errore del fermo pesca biologico risiede nella scelta dei periodi in cui viene applicato. Le autorità competenti, infatti, non sono in linea con le raccomandazioni scientifiche, ignorando l’adattabilità dei cicli riproduttivi delle specie marine ai cambiamenti climatici. Ogni specie, infatti, in base al clima e alle temperature, adatta il proprio periodo di riproduzione.
Negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici, questo adattamento sta avvenendo in modo sempre più evidente, alterando i tradizionali periodi riproduttivi. Il fermo pesca biologico, pensato come una misura unica e fissa annualmente, non riesce a rispondere a queste nuove dinamiche naturali. Ciò rende il fermo inefficace e vanifica l’obiettivo di proteggere la riproduzione delle specie.
L’Inadeguatezza delle Sanzioni e la Scarsa Vigilanza
Un altro aspetto cruciale da considerare riguarda la scarsa efficacia delle normative e delle pene previste per chi non rispetta il fermo pesca biologico. Ad oggi, le sanzioni per i trasgressori sono irrisorie e non sufficienti a garantire il rispetto delle regole. Inoltre, i controlli nei porti sono sporadici e non continuativi, riducendo drasticamente la possibilità di far rispettare le normative.
Ancor più grave è la rarità dei controlli durante le aste ittiche, che rappresentano circa il 40% del mercato del pesce mondiale. Questa mancanza di monitoraggio durante il ciclo di vendita del pesce permette alle attività illegali di prosperare e di danneggiare la sostenibilità del settore ittico.
Il Paradosso del Pesce Spada: Una Misura Obsoleta
Uno degli esempi più lampanti dell’inefficacia del fermo pesca biologico è la gestione della pesca del pesce spada. Ogni anno, il fermo pesca del pesce spada viene imposto da gennaio a marzo. Tuttavia, in modo paradossale, negli ultimi decenni, il pesce spada ha iniziato a riprodursi proprio ad aprile, quando il fermo scade e i pescherecci ricominciano a catturarlo.
Questa discrepanza tra il periodo di riproduzione naturale della specie e le date stabilite dal fermo pesca mette in evidenza l’assoluta necessità di rivedere i tempi e le modalità di attuazione della misura. Il fermo pesca del pesce spada, così com’è strutturato, risulta ormai anacronistico e inefficace.
La Necessità di Un Fermo Pesca Selettivo e Mirato
Come suggerito da Edoardo Galluzzi, storico titolare della Pescheria Galluzzi, un approccio più mirato e selettivo sarebbe decisamente più efficace. Ogni specie, infatti, dovrebbe essere tutelata nei suoi specifici periodi di riproduzione, con un fermo pesca che rispetti i cicli biologici di ciascuna. In questo modo, si riuscirebbe a garantire una protezione mirata, riducendo al minimo l’impatto della pesca sul ciclo vitale delle specie marine.
Alla Pescheria Galluzzi, attiva dal 1894, rispettiamo rigorosamente le normative vigenti, ma siamo convinti che una riflessione più approfondita sulla gestione del fermo pesca potrebbe portare a soluzioni più efficaci per la tutela del mare e delle sue risorse.
Anche durante i periodi di fermo, ci impegniamo a offrire ai nostri clienti pesce fresco di altissima qualità, rispettando i cicli naturali e le normative della sostenibilità. La nostra filiera, dalla pesca alla conservazione, è rigorosamente controllata per garantire la massima qualità.
Conclusioni: Un Futuro Migliore per la Pesca e il Mare
Il fermo pesca biologico, seppur nato con buone intenzioni, necessita di un aggiornamento urgente per rispondere alle nuove sfide imposte dai cambiamenti climatici e per essere veramente efficace nella protezione delle specie marine. L’adozione di un fermo selettivo, la revisione delle tempistiche in base ai cicli naturali di ogni specie e il miglioramento dei controlli potrebbero rendere questa misura una vera e propria tutela per il mare e per il settore ittico.
Come dimostrato dalle immagini presenti nell’articolo, Edoardo Galluzzi sta eviscerando una spigola che porta con sé le uova, ulteriore conferma che il fermo di pesca è stato male utilizzato. Questo esempio pratico evidenzia chiaramente che la scelta del periodo per il fermo non coincide con il reale ciclo riproduttivo delle specie ittiche, con conseguenze dirette sulla loro conservazione.
Contattateci per ulteriori informazioni sul fermo pesca biologico e su come possiamo continuare a tutelare insieme le risorse del mare. La Pescheria Galluzzi è sempre a disposizione per offrire ai propri clienti il miglior pesce fresco e per continuare a sensibilizzare sull’importanza di un futuro sostenibile per tutti.